domenica 26 febbraio 2012

Le donne di Jodpur



LE DONNE DI JODPUR


Ho visto le donne sulle strade di Jodpur
le donne che giravano la ruota e sbattevano panni
le donne che vendevano rotelle di sterco
che pulivano latrine e allattavano bambini
Ho visto donne che portavano cataste di legna
sulle teste fiere e i bracciali suonavano
come eterne litanie di preghiera
Ho visto la città blu come la pelle del cielo
e finestre d’oro e di smalti
e dietro una porta verde ho visto
immensi gli occhi dei bambini
appesi al dolore delle donne di Jodpur

INDIA



INDIA


Finalmente ho visto l'India. Ci ripenso continuamente, a distanza di due settimane, e tento di dare un assetto a quello che ho dentro.

Ci sono i turbamenti, ci sono le emozioni, ci sono le voci intuite, sussurrate, immaginate, ci sono i rumori assordanti e i suoni lenti di nenie suonate al sitar, ci sono i misteri, ci sono le domande: perché qua, perché a loro, perché non a me? E’ il caso che mi ha fatto nascere  nella parte giusto del globo? Dov’è la Provvidenza?
Vai in India e senti che i tuoi pensieri ti fondono a questo paese, che ti coinvolge e ti sconvolge, ti alimenta e ti depaupera, ti costringe ad andare in fondo, a cercare l’intima connessione tra la vita e la morte, perché lì tutto è vicino, spalla a spalla, tutto gira in una fusione di contraddizioni, in un’orgia di bene e di male, di puro e di impuro. La tua solitudine affonda nella vergogna di avere quello che altri non hanno, cerchi il dolore e lo trovi, ovunque: cammina sulle cose, lascia la sua polvere sulla pelle, sulle case, sui cumuli di rifiuti, negli occhi dei vecchi. Le aurore nascono sulle rive del Gange, dove la gente si immerge e si purifica, e tu senti che l’acqua è anche per te un collegamento tra corpo e spirito. L’acqua, senza che tu lo voglia, ti scivola addosso come pioggia, ti penetra e ti induce a cercare quello che non sai o quello che vorresti essere, o una continuità con quello che già sei stato e che forse sarai. Cerchi una risposta alle tue richieste e ti pare quasi di averla afferrata, in quell’oro colato sul fiume, dove tutto sembra superfluo e inutile. C’è tanta gente intorno, una folla inimmaginabile, e le barche scivolano sull’acqua rossa come il fuoco delle pire.